Matteo Grigatti

Gramellini e l’emozionante saluto a Faletti

Attore, comico, cantante e scrittore. Giorgio Faletti è stato tutto questo. Nel rendergli omaggio per tutto quello che di magnifico ci ha lasciato, ho trovato su La Stampa un emozionantissimo addio firmato da Massimo Gramellini, che vi ripropongo qua sotto.

Parole profonde, vere e bellissime, che mi hanno fatto venire la pelle d'oca per l'emozione fino ad arrivare a farmi esclamare che sarebbe davvero bello essere ricordati così nel giorno, spero lontanissimo, in cui toccherà a me "uscire di scena". Genuinità, spontaneità e simpatia: sarebbe bello essere ricordati così.

Giorgio Faletti è stato colui che per primo mi ha fatto scrivere le frasi più belle che ho trovato nei libri. Da "Io uccido" (che mi ha lasciato a bocca aperta ogni pagina che giravo per l'incredibile passione che sprigionava), non mi sono più fermato e ho collezionato centinaia di citazioni. Ve ne ripropongo qualcuna dei 3 libri che ho avuto modo di "vivere" dell'autore astigiano ("Io uccido", "Niente di vero tranne gli occhi" e "Io sono Dio").

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Ecco il testo dell'articolo di Massimo Gramellini, che saluta Giorgio Faletti con alcune righe piene di genuina emozione, che non possono che suscitare lacrime ma anche sorrisi.

"Ragazzo Fortunato", Massimo Gramellini

Era proprio bello essere Faletti. La sua apparizione sul pianeta Terra si è rivelata talmente intensa da farci quasi dimenticare quanto sia stata breve. Sapeva cantare, scrivere, comporre, dipingere, recitare. Sapeva persino cucinare: meglio di un concorrente di Masterchef, altroché. Sapeva farci ridere e farci piangere, duplice impresa riservata alle anime elette.  

La vita gli aveva dato tutto, tranne una salute di ferro e il plauso delle facce di bronzo: quell’aristocrazia culturale che per principio disprezza chiunque osi farsi capire dalle persone comuni. Giorgio non si dava mai arie e in certi ambienti di questo strano Paese il talento viene riconosciuto solo a patto che si associ alla spocchia. O alla bara. Adesso, c’è da scommetterci, le sue macchiette di «Drive In» assurgeranno a classici e un produttore si deciderà finalmente a girare il film di «Io uccido», il miglior thriller italiano degli ultimi vent’anni.  

Sì, era proprio bello essere Faletti. Oltre alle miniere di creatività per cui siamo qui a ricordarlo, la vita gli aveva concesso il gioiello più prezioso. Una moglie formidabile, che è stata al suo fianco fino all’ultimo minuto dell’ultimo giorno e lo accudirà nella memoria per sempre. Prima di chiudere gli occhi e partire per la sua trionfale tournée in un mondo meno «cano» di questo, Giorgio le ha preso una mano e se l’è appoggiata sul cuore. Chi di noi non si augurerebbe una simile uscita di scena?